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Immagina di nascere, e di avere in dono un mondo. Immagina di scoprirne il tempo, la storia e le storie, le pietre e le opere, la natura e il paesaggio. Immagina di avere la responsabilità di tutto questo, per custodirlo e farne dono a chi verrà ancora. Immagina tutto questo, capirai quello che per noi e TERRA SARDA.

Paesaggi immutabili, millenarie opere dell’uomo, tradizioni antichissime, nuove iniziative, bellezze incomparabili…A ogni passo la Sardegna continua a essere una sorpresa. Specie nell’interno, cuore della sua vita più autentica.

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Breve Storia della Sardegna

La plurimillenaria storia della Sardegna prende avvio già nel Paleolitico inferiore (100.000 a.C.) cui risalgono le prime testimonianze certe della frequentazione dell'Isola da parte dell'uomo, che vi si insedia stabilmente assai più tardi, nel Neolitico Antico (6.000 a.C.). La prima civiltà con fisionomia e caratteri ben definiti e autoctoni è quella nuragica, iniziata nel Bronzo Antico (1.500 a.C.) e declinata progressivamente alla fine dell'Età del Ferro  (500 a.C.).Essa prende il nome dalla sua architettura più emblematica: il nuraghe, costruzione a torre di grossi blocchi di pietra squadrata e lavorata, che assume una forma più articolata e complessa nel periodo di maggior splendore di questa civiltà (piena età del Ferro). Altre costruzioni tipiche dell'età nuragica sono le Tombe dei Giganti, molto frequenti all'interno dell'isola, solitamente scavate nel granito e di dimensioni ciclopiche. Anche in questo caso si tratta di costruzioni emblematiche.

Le ricche risorse minerarie dell'isola richiamano l'interesse commerciale di popolazioni del Mediterraneo orientale, come Micenei e Ciprioti, ma sono i Fenici che a partire dall'VIII sec. a.C. costituiscono le prime colonie stabili, occupando siti costieri di facile approdo, favorevoli agli scambi e ai commerci. La successiva occupazione cartaginese (500-238 a.C.) privilegia oltre la produzione mineraria quella del frumento e del legname (l'isola era quasi totalmente ammantata di foreste. Tale sfruttamento prosegue anche con Roma (238 a.C. - 476 d.C.) che per affermare il suo dominio anche nelle zone interne - più fiere di quelle costiere - si impone con un'amministrazione forte e ben organizzata, la cui efficienza è assicurata maggiormente da una ramificata rete viaria - di cui sopravvivono ancora lembi originali - ripresa in buona parte dal moderno tracciato stradale. 

La decadenza dell'impero romano travolge l'Isola, causando il progressivo abbandono dei terreni agricoli e delle coste e la conseguente contrazione demografica. Abbandonata a se stessa e senza difese la Sardegna viene occupata e razziata per circa 80 anni (476 - 530 d.C.) dai Vandali d'Africa che,  sconfitti dall'imperatore d'Oriente, lasciano l'isola al dominio di Bisanzio. Quando nel IX sec. d.C. gli Arabi completano la conquista del Mediterraneo, Nord-Africa, Spagna, parte della Francia e Sicilia, le coste sarde sono sottoposte ai loro attacchi e razzie. Il disinteresse e il conseguente vuoto di potere della lontana Bisanzio induce l'Isola a provvedere da sola alle sue sorti: pertanto si organizza amministrativamente e militarmente nei 4 Giudicati di Arborea, Cagliari, Gallura, e Torres, regni sovrani e autonomi tra loro. Con alterne vicende, i Giudicati sopravvivono fino al XIII secolo, quando divengono territori controllati dalle repubbliche del continente italiano di Pisa e Genova. L'Arborea resiste autonoma fino al 1478, quando la Corona d'Aragona conquista definitivamente tutta l'Isola, concessale in feudo già dal 1297 da papa Bonifacio VIII insieme con la Corsica.

Il creato "Regnum Sardiniae" rimarrà tra i domini d'oltremare della corona di Spagna (nata alla fine del XV sec. dall'unione dei regni di Aragona e Castiglia) fino all'inizio del 1700. Dopo una breve parentesi Austriaca (1708-1718), il Regnum  Sardiniae viene ceduto col "trattato di Londra" ai Savoia, principi di Piemonte. Viene così costituito il Regno di Sardegna, all'interno del quale l'Isola mantiene l'autonomia statuale fino al 1847, anno in cui si fonde con il Piemonte e dà vita ad un unico governo centrale, rinunciando così alla sua storica connotazione.

Con la fine delle guerre d'Indipendenza e la raggiunta Unità, il regno di Sardegna diviene regno d'Italia.(1861)

Una regione complessa e articolata che ha conservato testimonianze culturali, materiali, storiche ed artistiche della sua storia, un bagaglio originale profondamente caratterizzato che sempre più si sta riscoprendo e valorizzando in tutta la sua ricchezza.

 

 

 

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