Tradizioni

Alla scoperta di suoni, sapori e tradizioni di una volta.

Posted by Admin - 22 Gennaio 2019

Alla scoperta di suoni, sapori e tradizioni di una volta.

L'economia di Santu Lussurgiu è legata al mondo agropastorale, alle piccole attività edili e artigianali in pericolo di estinzione. Le aziende agro-zootecniche, sono a conduzione dell'allevatore e del coltivatore. Le vacche lussurgesi sardo-modicane vivono per gran parte al pascolo brado, sono amanti dell'aria aperta e  mal si adattano alle rastrelliere per completare il pasto e la mungitura. Le modicane arrivarono nell'isola intorno al 1900, quando gli allevatori decisero di incrociarle con il bue rosso.

Le due razze fino a non molto tempo fa erano rinomate in tutta l'isola per la loro triplice attitudine: lavoro, carne e latte. Quando ci fu nei primi del Novecento l'insediamento dei primi caseifici industriali, la richiesta di latte aumentò, per cui fu forte la spinta per migliorare la qualità e la quantità del prodotto. 

A oggi l'attività pastorale costituisce la punta di diamante della ricchezza del paese e la lavorazione del latte avviene secondo le più antiche tradizioni. Questo latte ricco e prezioso si trasforma per mano delle donne lussurgesi in "su Casizolu". Il Casizolu è un formaggio a pasta filata e nasce dalla lavorazione artigianale del latte  bovino. Come dicevo, erano e sono principalmente le donne custodi delle antiche tradizioni, gli uomini si occupavano e si occupano di portare il latte dalla campagna in paese ma varcata la soglia di casa le competenze legate alla produzione vera e propria del formaggio, era ed è esclusivamente delle donne della famiglia.

Ancora oggi gli anziani continuano a lavorare con amore le vigne. I vitigni molto antichi, sono però ormai in via di estinzione. Quando per un motivo o per un'altro il vino dell'annata passata non veniva consumato, questo lo utilizzavano per la distillazione dell'acquavite. Il Fil e' Ferru è' il nome dell'acquavite prodotta in Santu Lussurgiu, aromatizzata al finocchietto con la sua limpidezza adamantina, secca, tutto spirito, è una  bevanda delle più antiche. In paese è rara la famiglia che non ha un alambicco nelle proprie cantine. Quando in Sardegna, verso la fine del secolo scorso, vennero imposti pesanti balzelli ai produttori di distillati e liquori, la distillazione dei vini e delle vinacce, veniva fatta clandestinamente. L'acquavite veniva confezionata in contenitori posti in una buca scavata sottoterra, coperta da una botola, a sua volta ricoperta di terra livellata. L'unico segno per rilevare la presenza del prezioso distillato, era un fil di ferro legato ad essa che sporgeva, ma sufficiente ad individuare il punto dove era nascosta l'acquavite che dal quel pezzetto di fil di ferro ha preso il nome. Come tutti i distillati, ha una gradazione alcolica piuttosto elevata che può superare i 40 gradi. Le attività artigianali hanno lo stesso radici in un passato secolare.

L'artigianato, è importante per l'economia lussurgese: Accanto ai tradizionali sistemi di produzione, gli artigiani lussurgesi hanno saputo rinnovarsi adottando nuovi  accorgimenti tecnici volti, all'affermazione del proprio prodotto in ambito regionale ed all'apertura verso nuove e più ampie realtà di mercato come quello nazionale ed estero. La produzione artigianale lussurgese è caratterizzata da oggetti di uso comune. Si produce tutto ciò che serve al cavallo e al fantino: si costruiscono selle briglie e cinghie; i calzolai confezionano stivali, cosinzos e cambales; i sarti confezionano pantaloni per l'equitazione e tradizionali abiti in velluto; i maniscalchi, ferrano abilmente i cavalli con ferri appositamente fabbricati nelle loro botteghe; i fabbri costruiscono morsi, speroni e staffe. I fabbri lussurgesi sono, inoltre, rinomati per la produzione di splendi coltelli (resolzas) dalla lama d'acciaio sapientemente temprata e dal manico in corno di montone, tanto da renderli agli occhi degli appassionati preziosi oggetti da collezione. 

In passato la lavorazione dei coltelli costituiva uno dei lavori del fabbro che produceva oggetti per uso domestico e per le attività agricole e di allevamento. I falegnami lussurgesi, abili artigiani del legno, sono noti in tutta l'Isola, per la realizzazione di infissi e mobili che riproducono i modelli tipicamente tradizionali, ma soprattutto per le caratteristiche cassapanche in legno di castagno. Anticamente  serviva per riporvi il corredo della sposa, oggi rappresenta un pezzo d'arredamento il cui pannello centrale era originariamente liscio, oggi appare riccamente intagliato con motivi geometrici e floreali. La tessitura del lino e della lana era un'attività a cui le donne si dedicavano fin dall'infanzia. Preparavano con le proprie mani il corredo da portare nella casa dello sposo. Tutto il ciclo si esauriva in famiglia, dalla semina del lino alla sua trasformazione in tessuto. Dalla tosatura della pecora alla lavatura, alla filatura e infine alla tessitura di coperte e tappeti. Oggi moltissimi telai vengono conservati in vecchie cantine, è un' arte che le nuove generazioni non praticano più. 

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